E' questo il messaggio ottimistico che hanno voluto lanciare gli organizzatori della LibreOffice Conference, un'iniziativa durata tre giorni e che ha visto il suo momento conclusivo nella presentazione di venerdì mattina a Milano, presso la sala Alessi di Palazzo Marino.
Il tavolo dei relatori alla presentazione di LibreOffice Conference, Milano (Palazzo Marino) |
In Italia sono già diverse le PA che si sono dotate di questo software, sviluppato e promosso dalla Document Foundation (http://www.documentfoundation.org/) e sono la Regione Umbria, le Provincie di Perugia, Bolzano, Cremona e Macerata e il Comune di San Benedetto del Tronto.
Tutte, tranne quest'ultimo erano rappresentate da un proprio esponente di spicco. Tra i relatori anche Giordano Alborghetti, funzionario della Cisl di Bergamo, sindacato che sta introducendo l'adozione di LibreOffice nei propri uffici.
"Si può fare", dunque e i motivi per farlo - risparmio economico e miglioramento della produttività - sono di fondamentale importanza soprattutto in questo momento difficile della nostra storia.
Ma "si può fare" solo a determinate condizioni.
"Migrare da un software proprietario a un software libero non significa semplicemente sostituire l'uno all'altro - ha affermato Italo Vignoli, unico membro italiano nel Consiglio di Amministrazione della Document Foundation - Non basta disinstallare Microsoft Office e installare Libre, perché non si tratta solo di un processo tecnico ma di un percorso di cambiamento. Utilizzare LibreOffice significa entrare a far parte di una comunità e chi non c'è non sa che cosa si sta perdendo".
Italo Vignoli (in piedi, primo a destra). Seduto alla sua sinistra Matteo Calise, consigliere comunale del M5S |
A dettagliare meglio le condizioni perché questo processo di cambiamento possa realizzarsi con successo sono stati gli interventi di coloro che operano nelle singole realtà locali: Sonia Montegiove per la Regione Umbria e la Provincia di Perugia, Paolo Dongilli per la Provincia di Bolzano, Giacomo Marinelli per la Provincia di Macerata e Gianni Bassini per la Provincia di Cremona.
Molto esauriente e fruibile anche dai non addetti ai lavori è stato in particolare l'intervento di Sonia Montegiove, analista programmatore e animatrice del progetto LibreUmbria http://www.libreumbria.it/).
"Non è vero che i dipendenti pubblici non hanno voglia di lavorare, ma bisogna motivarli facendoli sentire parte di un progetto - ha detto Montegiove - Quindi la comunicazione interna è fondamentale così come la formazione. A monte di tutto però occorre che la méta sia chiara e che si sia determinati nel perseguirla".
Sonia Montegiove di LibreUmbria durante il suo intervento |
E' toccato invece a Carlo Piana ripercorrere l'iter legislativo che, a partire dalla spending review fino al decreto CresciItalia, ha aperto le porte all'adozione del software libero nella Pubblica Amministrazione. Piana ha anche evidenziato i tre criteri su cui basarsi per la scelta: costo, aderenza agli standard e interoperabilità, garanzie del fornitore.
Tra il pubblico erano presenti alcuni insegnanti, che stanno, pur tra mille difficoltà, cercando di introdurre l'uso di software libero nella scuola https://groups.google.com/forum/#!forum/wii_libera_la_lavagna).
Un altro docente ha invece chiesto se esista un "pacchetto" del software già confezionato per usi didattici.
"Fatelo voi - ha esortato Vignali - Da noi aspettatevi solo supporto e promozione".
Una panoramica del pubblico presente in sala |
Perché questo è lo spirito della "community": non aspettare che altri agiscano per te, ma sii tu ad agire insieme agli altri.
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